“Io abitavo vicino a Campo Santo Stefano e nella Calle delle Botteghe c’erano i negozi degli alimentari. I proprietari erano conosciuti per nome e non per cognome. C’era la Giovanna la fruttivendola, una signora di 150 kili, sempre seduta su uno sgabello alla cassa, che allora era un piccolo tavolino, perché i conti venivano fatti a matita su un foglietto di carta. Quando mia madre portava a casa qualche frutto proibito dall’autarchia ci raccontava che la Giovanna lo aveva tirato fuori da sotto il grande scialle nero che la copriva completamente fino ai piedi. “Par i putéi” le diceva perché certe cose erano solo per noi bambini ed erano proibite ai grandi. Non ricordo tutti i nomi di quelli che avevano un negozio in Calle delle Botteghe, c’era il panettiere che anche durante la guerra sfornava il pane profumato dal suo forno dietro al negozio, el luganegher che, ritagliando con una lunga forbice i tagliandi della tessera annonaria, ci faceva avere qualche fettina di prosciutto e un pezzo di formaggio grana, il carbonaio che vendeva gli ovuli di carbon coke per la caldaia del termosifone.” Arrigo Cipriani (Quando c’erano i Veneziani – autore: Caterina Falomo)
Spiegare quanto è bella Venezia e perchè viverci è speciale mi sembra inutile. I personaggi che l’hanno popolata, le loro parole, le immagini e l’atmosfera rendono unica questa città.
Questo è la mia città , il mio sestiere, questa è la mia casa. Benvenuti nella mia Venezia!